Capitolo 01 - Le prime diecimila
Un nome che è storia, una storia che è territorio
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È il 1990 e quell’anno, trovandosi di fronte alle loro prime diecimila bottiglie, tutte e tre le sorelle si chiesero la stessa cosa: “E ora chi se le berrà tutte quante?”
Ricomincia così l’avventura dei Marchesi Alfieri.
Quella degli Alfieri, dopotutto, è da sempre una storia con molti protagonisti, come lo scrittore Vittorio o il senatore del Regno d’Italia Carlo. Una storia che dal XVII secolo in avanti continua ad arricchirsi di capitoli e che inizia così.
Carlo Emanuele I di Savoia concede a Urbano Alfieri il feudo di San Martino.
Carlo Antonio Massimiliano Alfieri affida all’ingegnere Antonio Bertola il compito di trasformare la proprietà secondo il gusto Barocco. Verrà realizzata una moderna cantina, il castello e un parco, ricavato spianando una collina adiacente alla proprietà.
Xavier Kurten, architetto paesaggista prussiano, trasforma il giardino formale del castello in un romantico parco all’inglese. Nello stesso anno l’architetto Ernesto Melano si dedica al rifacimento della facciata sud e del corpo centrale del castello in stile neo Barocco.
Giuseppina Benso di Cavour, nipote dello statista Camillo Benso di Cavour, sposa Carlo Alfieri di Sostegno. Sarà proprio Camillo Benso di Cavour a dare un impulso alla produzione vitivinicola della famiglia Alfieri, migliorando la qualità dei vini e introducendo in Piemonte il vitigno del Pinot Nero.
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Giovanni Visconti Venosta, figlio di Luisa Alfieri di Sostegno, sposa Margherita Pallavicino Mossi, dalla quale non avrà figli. Con Giovanni Visconti Venosta si chiude la discendenza degli Alfieri di Sostegno.
Margherita Pallavicino Mossi lascia il castello e la cantina a Casimiro San Martino di San Germano, al quale la univa un legame non solo di sangue, ma anche di profonda stima e rispetto. Casimiro, già membro dell’Accademia di Agricoltura, si occupa di rilanciare la produzione viticola della proprietà.
Muore Casimiro San Martino di San Germano. Alla guida della cantina subentrano le figlie Emanuela, Antonella e Giovanna, che con coraggio e determinazione hanno scritto gli ultimi 30 anni di storia dell’azienda e della famiglia.
Vengono prodotte le prime diecimila bottiglie della cantina Marchesi Alfieri.
Viene praticato il diradamento dei grappoli in vigna. La cantina Marchesi Alfieri è tra le prime a compiere questo tipo di operazione, rinnovando la sua vocazione per l’innovazione in campo agronomico.
L’arrivo dell’enologo Mario Olivero coincide con la vittoria dei “Tre Bicchieri”, assegnati dalla guida Gambero Rosso alla Barbera d’Asti Superiore DOCG Alfiera, che li vincerà anche nei due anni successivi. Sono i primi, importanti riconoscimenti della cantina, che da quel momento in poi si affermerà come una delle più rilevanti del territorio.
Viene impiantato il primo vigneto di nebbiolo sulla collina Quaglia. Nello stesso anno, con l’inaugurazione delle prime quattro camere all’interno del borgo storico, la Cantina Marchesi Alfieri inizia ad accogliere i primi ospiti. A queste, seguiranno altre tre stanze e l’apertura di Cascina Margherita.
Inizia un nuovo, ambizioso progetto legato alla produzione di un Metodo Classico da uve Pinot Nero in purezza. Dalle antiche scuderie degli Alfieri, risalenti al XVIII secolo, viene ricavato uno spazio adatto alla rifermentazione in bottiglia e all’affinamento sui lieviti del Metodo Classico extra brut millesimato Blanc de Noir.
Si produce la prima annata del Metodo Classico extra brut millesimato Blanc de Noir partendo da uve Pinot Nero in purezza esclusivamente da vigneti di proprietà.
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Fra i terreni di proprietà della Cantina Marchesi Alfieri, vengono individuati i più adatti per impiantare 5 ettari di noccioli e dare il via a una produzione di alta qualità di uno dei frutti più iconici del Piemonte.
Iniziano i lavori di recupero architettonico degli storici locali cucina e la costruzione della seconda barricaia sotto il castello. Prende il via la collaborazione con l’associazione “Terre di Tartufi” che porta alla trasformazione di svariati ettari di bosco in una tartufaia didattica. Viene impiantato un nuovo vigneto di Pinot Nero a nord della collina Quaglia e viene realizzata una nuova vigna votata alla coltivazione di Barbera: la Vigna del Castello.
Viene presentato il Carlo Alfieri vendemmia 2015.
Prodotto solo in annate eccezionali con le uve che meglio hanno saputo interpretare l’identità del vitigno Barbera, questo vino nasce da una attenta selezione in vigna seguita da un lungo processo di affinamento in legno e in bottiglia.
Oggi, sempre
Oggi a Emanuela, Antonella e Giovanna San Martino di San Germano, si sono affiancate le nuove generazioni della famiglia. Il loro compito? Dare forma con passione, idee e progetti al futuro di un luogo senza tempo.